davanti al sindaco Italia Ci sono stati timori di un’ondata di denunce legali dopo che la corte suprema del paese ha stabilito che la vita notturna rumorosa potrebbe essere dannosa per la salute delle persone.
Nella prima sentenza del genere in Italia, la Suprema Corte di Cassazione ha condannato il Comune di Brescia a pagare 50.000 euro (43.000 sterline) a titolo di risarcimento per non aver protetto una coppia dal rumore, ha riferito Il Messaggero.
La sentenza conclude un procedimento giudiziario durato 10 anni in cui la coppia, che vive nel quartiere Carmine della città del nord Italia, famosa per la sua vivace vita notturna, ha perseguito il proprio diritto alla “vita tranquilla” e al “riposo”.
Affermò di aver trascorso innumerevoli notti insonni a causa del chiacchiericcio incessante di persone spesso ubriache per le strade vicino a casa sua.
La Suprema Corte di Cassazione ha riconosciuto la difficile situazione della coppia, concordando con la sentenza del tribunale di grado inferiore secondo cui il “grido” emanato dal bar e dal ristorante era dannoso per la salute della coppia. La corte ha affermato che il rumore era molto offensivo e violava il loro diritto alla pace e alla tranquillità.
I sindaci di altre città italiane temono che anche loro potrebbero dover pagare migliaia di risarcimenti ai residenti che vivono in zone in cui la vita notturna è diventata sempre più turbolenta, soprattutto dopo la pandemia di Covid.
La Corte di Cassazione deve esaminare anche una causa intentata da 29 residenti nel quartiere San Salvario di Torino. Se si pronuncia a favore del gruppo, il consiglio comunale potrebbe dover conformarsi a una decisione preliminare e pagare un risarcimento di 1,2 milioni di euro.
Altrove gruppi di residenti hanno avviato o minacciano di avviare azioni legali contro la rumorosa movida, anche a Bari, dove l’estate scorsa hanno sporto denuncia alla Procura della città 140 persone, “disturbate dai continui disordini” nell’Umbertino , secondo Il Messaggero.
Mentre a Bari l’azione legale non si è ancora conclusa, Antonio DeCaro, sindaco della città e presidente dell’Anci, la confederazione nazionale dei funzionari locali, ha detto che la situazione è “molto delicata”. Il sindaco di Ravenna, Michele De Pascale, ha affermato che è necessario mettere in atto delle leggi per garantire la regolamentazione della vita notturna, altrimenti “il danno economico per gli enti locali potrebbe essere enorme”.
Alessio D’Amato, assessore del Lazio, la regione intorno a Roma, ha detto che le autorità dovrebbero armarsi “per evitare di essere sopraffatte dalle richieste di risarcimento”. Miguel Gator, assessore alla cultura a Roma, ha definito la decisione del tribunale “eccessiva”, in quanto “è stato difficile per la pubblica amministrazione identificare le responsabilità dirette per i cattivi effetti della movida”.