
È morto il regista slovacco Juraj Jakubisko, nominato miglior regista del 20° secolo nel suo paese. Aveva 84 anni.
Jakubisko è morto poco prima della mezzanotte di venerdì nella capitale ceca. prahadove ha vissuto con la sua famiglia dopo la partizione del 1993 Cecoslovacchia, ha raccontato sua figlia Janet alla radio e televisione pubblica slovacca. Anche il ministero della Cultura ceco ha annunciato la sua morte.
Jakubisko ha al suo attivo dozzine di lungometraggi e cortometraggi che hanno vinto numerosi premi in festival cinematografici internazionali.
Per i suoi film, pieni di allegorie, simboli e poesia, è stato talvolta definito il “Fellini d’Oriente” o il “Fellini slovacco”, dal nome del famoso regista italiano. Federico Fellini,
Nato nel villaggio di Kojásov, nella Slovacchia orientale, il 30 aprile 1938, Jakubíško si è diplomato nel 1966 presso la Scuola di cinema e televisione dell’Accademia delle arti dello spettacolo di Praga.
Ha iniziato l’anno successivo con “Critical Year”, acclamato dalla critica. Contemporaneamente, con “Deserts and Pilgrims” (1968) e “Birds, Orphans and Fools” (1969), ha consolidato il suo posto come parte della New Wave cecoslovacca nel cinema, insieme a molti altri giovani registi dell’epoca. , con Milos Forman e Vera Chytilova.
Tutti quei film furono banditi dall’intransigente regime comunista, insediatosi dopo l’invasione della Cecoslovacchia guidata dai sovietici nel 1968, che pose fine al periodo di riforme liberali noto come Primavera di Praga.
Per il decennio successivo gli è stato permesso di realizzare solo documentari. Tornò al cinema nel 1979 con “Costruisci una casa, pianta un albero”, anch’esso presto bandito.
La sua svolta più importante è stata “The Millennial Bee” nel 1983, un’epica saga familiare ambientata tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo che ha vinto premi ai festival cinematografici di Siviglia, in Spagna, e Venezia, in Italia.
Nel 1985, la moglie di Fellini, Giulietta Masina, ha recitato nella fiaba per bambini “La fata piuma” di Jakubisko.
Il suo più grande successo al botteghino dalla caduta del comunismo nel 1989 è stato “Bathory” nel 2008, un dramma storico con protagonista l’attrice inglese. Anna Friel come Elizabeth Bathory, una contessa ungherese che secondo la leggenda uccise vergini per bagnarsi nel loro sangue. All’epoca era la produzione cinematografica più costosa dell’Europa centrale.